Attività e Servizi

Monitoraggio e igiene industriale

Il Laboratorio Analisi chimiche Dr. V. Sorce offre servizi di monitoraggio e igiene industriale in tutta Italia con tempestività e affidabilità massima. 

Il nostro pool di esperti offre analisi chimiche e microbiologiche delle acque, oltre all'analisi fonometrica, comfort termico e analisi gas anestetici. 

  • Laboratorio d'analisi

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Analisi chimiche microbiologiche delle acque


Il Laboratorio Analisi chimiche Dr. V. Sorce esegue analisi di tipo chimico e microbiologico su determinati tipi di acque tra cui:
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    • Acqua sotterranee e di pozzo
    • Acque ad uso irriguo
    • Acque ad uso potabile
    • Acque reflue
    • Acque di scarico
    • Acque industriali
    • Acque di balneazione
    • Acque superficiali
    • Parametri da eseguire
    • Conta batterica a 22°C e 36°C
    • Conta coliformi 
    • Conta E.coli
    • Conta Pseudomonas Aeruginosa
    • Conta Enterococchi intestinali
    • Conta Clostridiumperfrigensspore comprese
    • Ph
    • Conducibilità
    • Metalli pesanti secondo D.Lgs31 e D.Lgs152/06
    • Determinazione della Legionella SPP e Pneumophila.

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Ambienti di lavoro


Il Laboratorio Analisi chimiche Dr. V. Sorce con sede a Mazzarino si occupa di analisi degli ambienti di lavoro, analisi fonometrica e comfort test con professionalità e competenza massima. Tempestività, competenza e responsabilità sono i fulcri attorno ai quali ruotano le attività e i servizi del Laboratorio Analisi chimiche Dr. V. Sorce
  • Analisi fonometrica

    La normativa per la sicurezza sul lavoro al fine di assicurare un ambiente sano e a norma, prevede per determinate attività lavorative, la valutazione e l’analisi ambientale del rischio rumore e vibrazioni. La normativa italiana prevede che l’azienda si affidi ad una società di consulenza esterna per effettuare l’analisi.

    L’analisi ambientale fonometrica dovrà essere effettuata principalmente per conoscere i valori e adeguare i processi produttivi ai conseguenti valori limite di esposizione dettati dalla legge.

    Sarà poi compito e dovere del responsabile servizio prevenzione e del datore di lavoro coordinare gli interventi tecnici per ridurre le fonti di pericolo causate dal rumore che possono causare ipoacusia (diminuzione progressiva dell’udito), danni all’apparato cardiovascolare, al sistema nervoso centrale, etc.

    Laboratorio Analisi chimiche Dr. V. Sorce L.S.G. LaB - con apposito fonometro e grazie all’esperienza dei propri tecnici - è in grado di valutare i livelli di rumore emessi dai processi produttivi e di indicare come procedere per limitare le emissioni.

  • Analisi gas anestetici

    La determinazione della concentrazione di gas anestetici in ambiente operatorio è effettuata al fine di accertare i livelli di contaminazione ambientale causata dalle emissioni dirette e dal progressivo degrado delle tenute pneumatiche delle attrezzature, di verificare l’efficacia degli interventi di manutenzione e bonifica, di verificare l’adeguatezza delle misure di prevenzione tecnica, organizzativa e procedurale messe in atto.


    A tale scopo è necessario effettuare un rilevamento periodico delle concentrazioni di gas anestetici aerodispersi in ciascuna area chirurgica; è inoltre opportuno monitorare - oltre alle sale operatorie in senso stretto - anche gli ambienti adibiti all’induzione ed al risveglio (ambienti confinanti), corridoi ed altri locali adiacenti dove gli inquinanti possono diffondere.

    Secondo la C.M. n.5 del 14/03/1989 e secondo le Linee Guida ISPELS Versione Dicembre 2009:

    è previsto un limite di 50 ppm TLV-TWA per le nuove installazioni per il protossido d’azoto

    si definiscono tre categorie di limiti igienici:

    – TLV-TWA (Threshold Limit Value), può essere superato non più di quattro volte per turno di lavoro purché non venga superato il TWA.


    – TLV-STEL (Short Term Exposure Limit) o valore di picco discontinuo, può essere tollerato per brevi periodi.


    TLV-CEILING, il limite tetto da non superare mai. Per gli alogenati è accettato il limite di 2 ppm TLV-TWA.


  • Comfort termico

    Le condizioni micro climatiche possono costituire un rischio per la salute e influenzano la sensazione di benessere. Per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori occorre misurare lo scostamento delle condizioni micro climatiche reali da quelle di benessere: il datore di lavoro deve provvedere a mantenere il microclima degli ambienti di lavoro in condizioni prossime a quelle di benessere.

    Le condizioni microclimatiche rappresentano un importante fattore ergonomico da tenere sotto controllo, perché possono arrecare un notevole disagio ai lavoratori. La maggior parte della popolazione trascorre infatti molto tempo all'interno di edifici chiusi, lamentando spesso disagi riferibili agli aspetti micro climatici dei locali ove svolge la propria attività.

    Il microclima è l’insieme degli aspetti fisici che caratterizzano l’aria degli ambienti confinati. Un microclima confortevole suscita nella maggior parte degli individui una sensazione di soddisfazione per l’ambiente termico, detta benessere termo-igrometrico o comfort termico. 

    Nello stato di benessere termico il soggetto non avverte sensazioni né di caldo né di freddo; il comfort termico è quindi definito come condizione mentale di soddisfazione nei riguardi dell’ambiente termico.

    I principali fattori fisici che determinano il microclima sono la temperatura, l’umidità relativa, la temperatura radiante e la velocità dell’aria, mentre importanti variabili individuali o soggettive sono il metabolismo, il vestiario indossato e il tipo di attività svolta.

    Il complesso delle variabili microclimatiche condiziona lo scambio termico dell’uomo con l’ambiente e influenza la percezione dell’ambiente termico da parte degli occupanti. 

    Il benessere termico comprende condizioni di comfort globale, cioè di tutto l’organismo, e comfort di tipo locale, relativo a specifiche parti del corpo. Il comfort termico globale è legato al mantenimento di condizioni di neutralità termica del corpo attraverso la risposta fisiologica del sistema di termoregolazione, che mantiene costante la temperatura del nucleo corporeo. Il comfort locale è invece legato agli scambi termici localizzati in alcune aree superficiali del corpo. Nella situazione ottimale non c’è alcuna causa che induca sensazioni di disagio termico, in nessuna parte del corpo.

  • Controllo particellare e grado di pulizia

    Il monitoraggio della contaminazione particellare è uno dei sistemi di controllo per assicurare la verifica delle della qualità dell’aria sul campo operatorio o in altri ambienti di lavoro. In un programma di assicurazione di qualità, il controllo deve essere previsto con cadenza periodica e comunque dopo interventi di manutenzione o ricambio filtri e in occasione di indagini specifiche per esigenze particolari.

    Questi controlli possono essere realizzati per valutare la capacità dell’impianto di condizionamento di ottenere condizioni idonee per la sala operatoria considerando che il particolato è un “carrier” dei microrganismi eventualmente presenti nell’ambiente di lavoro.


Analisi microbiologiche sugli alimenti e tamponi superficiali


Il Laboratorio Analisi chimiche Dr. V. Sorce con sede a Mazzarino effettua analisi microbiologiche sugli alimenti e tamponi superficiali. Le analisi microbiologiche sugli alimenti vengono eseguiti su:
  • vegetali (cereali, prodotti ortofrutticoli , derivati)
  • carne e derivati, uova e derivati
  • latte e derivati, prodotti ittici e olii
  • vini, caffè e bevande, acque potabili e minerali
  • mangimi e prodotti per la zootecnia
  • cereali e farine, conserve e prodotti da forno
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  • Analisi microbiologiche sugli alimenti e tamponi superficiali

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Analisi Microbiologiche e HACCP


La legislazione vigente contiene l’esplicito riferimento all'adozione del metodo HACCP: “Hazard Analysis Critical Control Points” ovvero Analisi dei rischi e controllo dei punti critici.
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    Il metodo HACCP prevede essenzialmente che vengano individuate, all'interno della specifica attività, tutti quei punti che potrebbero rivelarsi critici per la sicurezza degli alimenti. Prevede altresì che vengano predisposte, applicate, mantenute ed aggiornate le adeguate procedure per mantenerli sotto controllo.

    L’obbligo dell’autocontrollo interessa tutti i settori della produzione, della trasformazione, del commercio e della somministrazione dei prodotti alimentari e consiste nel predisporre ispezioni e verifiche sull'intera linea produttiva per garantire la sicurezza e la salubrità degli alimenti.


    Nello specifico, i controlli devono riguardare le materie prime, il ciclo di produzione, i prodotti finiti, ma anche le possibili contaminazioni da parte del personale e le operazioni di detersione e di disinfezione delle attrezzature e dei locali utilizzati.


    Il laboratorio di analisi microbiologiche e chimiche Dr. V. Sorce L.S.G. LaB effettua tutte le analisi necessarie alla definizione dei parametri microbiologici di un prodotto, di un processo o di un ambiente di lavorazione, supportando il cliente nell’affrontare le problematiche collegate alle specifiche produzioni alimentari. Il nostro pool di professinisti effettua una grande varietà di analisi microbiologiche su un’ampia varietà di prodotti alimentari quali latticini, carni e prodotti a base di carne, prodotti ittici, ovo prodotti, semilavorati, farine e prodotti da forno, prodotti ortofrutticoli, frutta secca, conserve, preparazioni gastronomiche, paste alimentari, gelati, prodotti di pasticceria.

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Consulenza OSA


Il Laboratorio Analisi chimiche Dr. V. Sorce effettua consulenza agli OSA per la corretta etichettatura dei proprio prodotti con analisi nutrizionali.
L’analisi nutrizionale è un utile mezzo per caratterizzare un prodotto alimentare dal punto di vista del contenuto di macro e microelementi, vitamine, aminoacidi, particolari fonti di fibra alimentare. 
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    I valori nutrizionali forniscono un’informazione molto concisa che permette di rendere consapevole il consumatore ai sensi del regolamento UE 1169/2011. I valori nutrizionali di solito vengono indicati per 100 grammi o millilitri di prodotto e, nella versione più semplice, comprendono le calorie e la quantità di macronutrienti suddivisi in lipidi, proteine e carboidrati forniti da una certa quantità di alimento. 

    In alcuni casi viene anche presentata la quantità di vitamine contenute nell’alimento, la quantità di colesterolo e altri valori come il contenuto di sodio o la ripartizione dei grassi tra saturi ed insaturi.


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Determinazione carica batterica 


Le analisi microbiologiche sono fondamentali per stabilire il livello di salubrità dell’ambiente in cui viviamo, di ciò che mangiamo e beviamo. Il Laboratorio Analisi chimiche Dr. V. Sorce effettua un'ampia gamma di analisi microbiologiche, tra cui:
Determinazione ambientali della Carica batterica,di Funghi e lieviti in ambiente mediante campionamento con Piastre a contatto e controllo delle superfici per valutazione dell’efficacia dei processi di sanificazione.
Valutazione degli indicatori di contaminazione microbiologica (carica microbica totale, coliformi totali, Escherichia coli, lieviti e muffe, enterobatteri, ecc) degli alimenti mediante tamponi (SWABS). 

Consulenze e Analisi Ambientali


Polveri sottili, PM10 e PM2.5
Il misuratore di polveri sottili è lo strumento ideale per rilevare e analizzare le particelle di polveri sottili. Grazie al rilevatore di polveri sottili abbiamo la possibilità di controllare e monitorare la presenza delle polveri sottili (particolato) nell’aria in modo semplice e rapido con una strumentazione compatta e innovativa in grado di fornire il valore della concentrazione di polveri sottili nelle diverse dimensioni (range PM10-PM1.0), tra cui le PM10 che sono fonte di maggiore attenzione nel grado di inquinamento atmosferico.
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    PM (Particulate Matter) è il termine generico con il quale si definisce un mix di particelle solide e liquide (particolato) che si trovano in sospensione nell’aria. Il PM può avere origine sia da fenomeni naturali (processi di erosione del suolo, incendi boschivi, dispersione di pollini, ecc.) sia da attività antropiche, in particolar modo dai processi di combustione e dal traffico veicolare (particolato primario). Esiste inoltre un particolato di origine secondaria che si genera in atmosfera per reazione di altri inquinanti come gli ossidi di azoto (NOx), il biossido di zolfo (SO2), l’ammoniaca (NH3) ed i Composti Organici Volatili (COV), per formare solfati, nitrati e sali di ammonio.


    Gli studi epidemiologici hanno dimostrato una correlazione esistente tra le concentrazioni di polveri in aria e la manifestazione di malattie croniche alle vie respiratorie, in particolare asma, bronchiti, enfisemi. A livello di effetti indiretti inoltre il particolato agisce da veicolo per sostanze ad elevata tossicità, quali ad esempio gli idrocarburi policiclici aromatici ed alcuni elementi in tracce (As, Cd, Ni, Pb).

    Le particelle di dimensioni inferiori costituiscono un pericolo maggiore per la salute umana poiché possono penetrare in profondità nell’apparato respiratorio. Per questo motivo è indispensabile attuare il monitoraggio ambientale di PM10 e PM2.5 che rappresentano, rispettivamente, le frazioni di particolato aerodisperso aventi diametro aerodinamico inferiore a 10 µm e a 2.5 µm.


    Le soglie di concentrazione in aria delle polveri fini PM10 sono stabilite dal D.Lgs. 155/2010 e calcolate su base temporale giornaliera ed annuale.


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Emissioni in Atmosfera


Le emissioni in atmosfera sono uno degli aspetti di prevalente impatto ambientale ad opera delle realtà produttive. Si definisce emissione in atmosfera: “qualsiasi sostanza solida, gassosa o liquida che, se introdotta nell’atmosfera può causare inquinamento atmosferico”. Si tratta della modificazione dell’aria - dovuta all’introduzione nella stessa di una o più sostanze - in quantità e con caratteristiche tali da compromettere o da costituire un pericolo per la salute umana o per la qualità dell’ambiente.
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    Per essere operativa, ogni azienda è tenuta ad ottenere una preventiva autorizzazione per le emissioni. Il quadro normativo attuale prevede inoltre che ogni impianto che produca emissioni in atmosfera sia preventivamente autorizzato dagli Enti preposti e rispetti i valori limite imposti.


    Le principali norme di tutela dall’inquinamento atmosferico sono contenute nella parte V del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 e s.m.i., nel quale vengono specificate le attività che sono escluse da ogni adempimento a proposito di emissioni in atmosfera e quelle che rientrano negli obblighi di legge.

Controllo impianti HVAC


La sigla Hvac è l’acronimo di Heating Ventilation e Air Conditioning, ovvero riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria.
I sistemi di controllo Hvac sono infatti volti al controllo del comfort ambientale dato dal monitoraggio dei sistemi che regolano gli impianti di riscaldamento, di condizionamento e di ventilazione.
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    In questo modo è possibile gestire gli impianti in base alle reali e necessarie condizioni ambientali, date dal numero di presenti in un ambiente, dalla temperatura ideale, l’umidità, i numeri di ricambi d’ariaorari, la velocità e la qualità dell’aria stessa - riducendo così i consumi energetici e, con essi, le spese tecniche e sulla bolletta -. 


    Le aziende di settore impegnate nella realizzazione di questi moderni sistemi di controllo sono molto numerose. Questi sistemi di controllo consentono infatti di monitorare ambienti di medie dimensioni, come quelli in ambito residenziale, fino ad arrivare a strutture di tipo misto, commerciale o industriale.


    I tecnici del nostro laboratorio - mediante l’utilizzo di un balometro – offrono questo servizio di monitoraggio impianto HVAC con professionalità e competenza massima. 


Controllo Cappe a flusso Laminare


La cappa a flusso laminare è una cappa utilizzata in ambito biologico per la protezione dell’operatore e dell’ambiente circostante da parte di agenti biologici (generalmente microrganismi patogeni). Inoltre la cappa a flusso laminare elimina la possibilità di contaminazioni crociate, consentendo così un lavoro in condizioni di sterilità. 
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    La sterilizzazione dell’aria all’interno della cappa viene realizzata forzandone il passaggio attraverso filtri HEPA (High Efficiency Particulate Air). Si tratta di filtri realizzati in micro fibra di vetro che garantiscono aria “pura” al 100% (come prefissato dalla normativa della Legge 626).


    Il Laboratorio Analisi chimiche Dr. V. Sorce L.S.G. LaB, per validare il corretto funzionamento della cappa, esegue delle prove specifiche che ne determinano il corretto funzionamento tra cui:


    Smoke test

    Controllo particellare

    Efficienza dei filtri HEPA 13/14.

  • Rifiuti e discariche

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Rifiuti e discariche 


Nel ciclo della gestione dei rifiuti, una discarica è un luogo dove vengono depositati/stoccati e fatti marcire in modo non selezionato e permanente i rifiuti solidi urbani e tutti gli altri rifiuti (anche umidi) derivanti dalle attività umane (detriti di costruzioni, scarti industriali, ecc.) che, in seguito alla loro raccolta, non è stato possibile riciclare, inviare al trattamento meccanico-biologico (TMB) eventualmente per produrre energia tramite bio-ossidazione a freddo, pirolisi o, in ultima ratio, l’utilizzo come combustibile negli inceneritori (inceneritori con recupero energetico o termo valorizzatori).
  • Recupero del biogas da una discarica

    La normativa italiana col d.lgs 13 gennaio 2003, n. 36 ha recepito la direttiva europea 99/31/CE che prevede tre tipologie differenti di discarica:

    discarica per rifiuti inerti;

    discarica per rifiuti non pericolosi (tra i quali i rifiuti solidi urbani, RSU);

    discarica per rifiuti pericolosi (tra cui ceneri e scarti degli inceneritori).

    La normativa definisce anche il piano di sorveglianza e controllo con i necessari parametri chimici, chimico-fisici, idrogeologici, meteoclimatici e topografici da determinare periodicamente con una stabilita frequenza delle misurazioni.

    L’uso delle discariche per il rifiuto indifferenziato deve essere assolutamente evitato. L’Unione Europea con la direttiva sopra citata (99/31/CE) ha stabilito che devono finire in discarica  solo i materiali a basso contenuto di carbonio organico e i materiali non riciclabili. In altre parole, dando priorità al recupero di materia, la direttiva prevede il compostaggio ed il riciclo quali strategie primarie per lo smaltimento dei rifiuti (del resto la legge prevede che la raccolta differenziata debba raggiungere il 65% entro il 2011).

    I residui di molti rifiuti infatti, soprattutto di RSU organici, restano attivi per oltre 30 anni e, attraverso i naturali processi di decomposizione anaerobica, producono biogas e numerosi liquami (percolato) altamente contaminanti per il terreno e le falde acquifere per cui il conferimento senza preventivo trattamento di compostaggio è da evitarsi. 

    Dati gli enormi tempi di degradabilità dei materiali normalmente conferiti in discarica (come le plastiche e ancor peggio i rifiuti pericolosi) è ragionevole stimare la possibilità di rilevare tracce di queste sostanze dopo la chiusura di una discarica per un periodo che va fra i 300 e i 1000 anni. Per questo motivo si tratta di rifiuti che andrebbero trattati differentemente.

    Attualmente lo smaltimento in discarica in Italia è il principale metodo di eliminazione dei rifiuti, in quanto è semplice ed economico. 

    Dati relativi al 2004 indicano che il 51,9% dei rifiuti totali prodotti è stato smaltito in discarica. L’uso della discarica è molto intenso nei paesi poco sviluppati, mentre la tendenza generale è volta a limitare il conferimento in discarica applicando attivamente politiche di riduzione, riuso e riciclo, e sfruttando tecnologie quali il compostaggio e l’incenerimento per i residui.

    Dal punto di vista dell’emissione in atmosfera di gas responsabili dei cambiamenti climatici, le discariche per rifiuti non pericolosi e quelle per rifiuti pericolosi risultano nocive se il rifiuto non viene preventivamente trattato e/o differenziato (come spesso capita). 

    È infatti scientificamente provato dall’organizzazione internazionale sui cambiamenti climatici, IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) che i rifiuti in discarica causano emissioni ad alto contenuto di metano e di anidride carbonica, due gas serra molto attivi. Una moderna discarica deve pertanto prevedere sistemi di captazione di tali gas (in particolare il metano, che può essere usato anziché disperso in atmosfera).

    I problemi delle emissioni di gas possono tuttavia essere ridotti o eliminati con l’adozione di tecniche costruttive specifiche e con il pretrattamento dei rifiuti. In particolare per la raccolta differenziata di materiali riciclabili e della frazione umida (responsabile delle citate emissioni liquide e gassose), oltre che per il cosiddetto trattamento a freddo mediante cui si accelera la decomposizione dei rifiuti prima del conferimento in discarica. 

  • Il modello SPIRITUS

    Il modello SPIRITUS è un respirometro aerobico a flusso continuo dedicato alla valutazione della stabilità biologica delle biomasse mediante la determinazione dell’Indice Respirometrico Dinamico (UNI 11184:2016).

    È adatto alla determinazione analitica routinaria della stabilità biologica su campioni di rifiuti solidi, biostabilizzati, bioessiccati e compost prelevati in tutte le fasi del processo di biostabilizzazione.

    Lo strumento è composto da quattro elementi più il software di utilizzo fornito in dotazione:

    Il sensore ottico, utilizzato per la rilevazione dell’Ossigeno offre numerosi vantaggi e si differenzia in maniera netta dal sensore polarografico e dal sensore elettrochimico per i seguenti punti:

    LETTURA: Il sensore OTTICO non necessita di un tempo di polarizzazione. Esso infatti è in grado di rilevare correttamente già all’accensione mentre il sensore polarografico richiede almeno 24 ore di stabilizzazione.

     MANUTENZIONE: Il sensore “polarografico” richiede di porre il liquido elettrolita (tossico!) nella cella e di sostituirlo frequentemente. Il sensore OTTICO invece è “plug and play” e in caso di variazione delle performance permette di gestire con largo anticipo l’eventuale manutenzione prima che il sensore diventi inutilizzabile.

    ACCURATEZZA E DERIVA: Il sensore di tipo OTTICO consente di ottenere migliori prestazioni di accuratezza e stabilità nel tempo della lettura dell’Ossigeno rispetto a sensori di tipo elettrochimico e polarografico che sono molto sensibili a problematiche di deriva del segnale.


  • Discarica controllata

    La discarica controllata, ha tre fasi di decomposizione:

    Prima fase: in questa fase piuttosto breve si svolgono reazioni aerobie, possibili grazie all’ossigeno presente al momento dell’interramento. Dall’ossidazione del materiale organico si produce CO2 ed energia sotto forma di calore: la temperatura può raggiungere anche gli 80 °C. Vengono prodotti anche aldeidi, chetoni ed alcoli che conferiscono ai rifiuti freschi il caratteristico odore


    Seconda fase: è acida anaerobia, in cui si svolgono reazioni di fermentazione acida che sviluppa ammoniaca, idrogeno CO2 e composti organici acidi parzialmente degradati. Il percolato che si forma in questa fase presenta BOD e COD elevati, risulta acido (PH = 5-6) e particolarmente aggressivo, al punto tale da rendere possibile la dissoluzione in esso di altri composti organici e inorganici. Le reazioni di degradazione anaerobia danno luogo alla liberazione di prodotti come acidi carbossilici volatili, esteri e tioesteri, responsabili dell’odore nauseabondo dei rifiuti nella seconda fase della decomposizione.


    Terza fase: è anaerobia metanogena e si svolge dopo almeno 6-12 mesi dall’interramento dei rifiuti. La biodegradazione batterica anaerobia procede lentamente e decompone gli acidi organici e gli altri prodotti sviluppati nella fase precedente. La trasformazione degli acidi, provoca un innalzamento del PH fino a valori prossimi alla neutralità o superiori. I prodotti principali della terza fase di decomposizione sono metano e anidride carbonica. Il metano prodotto viene fatto uscire dalla massa dei rifiuti in decomposizione tramite sfiatatoi e immediatamente bruciato. Il calore prodotto può avere destinazioni diverse per realizzare un’economia di gestione.

    Quindi vengono eseguite analisi anche per la determinazione di:

    Presenza di metano tramite FID

    BOD

    COD

    VOC

    H2S

    O2

    Percolato da discarica e acque di ruscellamento

    Biogas

    ANALISI SUL BIO STABILIZZATO:

    Determinazione del ph

    Determinazione del residuo a 105°

    Determinazioni delle ceneri residue

    Determinazione dell’umidità residua e tal quale

    Determinazione dell’IRDP (Indice Respirometrico Dinamico Potenziale) tramite SPIRITUS:


Monitoraggio ospedaliero


Le linee guida del Ministero della Sanità per la definizione degli standard di sicurezza e di igiene ambientale dei reparti operatori riassumono in maniera organica tutta la legislazione che riguarda le sale operatorie.
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    Il Laboratorio Analisi chimiche Dr. V. Sorce L.S.G. LaB offre servizi di monitoraggio ambientale da Contaminazione Microbiologiche allo scopo di :

    • effettuare una misura tramite terreni selettivi delle superfici con metodi accreditati Accredia per la conta di Muffe e Lieviti, Stafilococchi, Carica mesofila, Escherichia Coli.

    • effettuare una misura tramite terreni selettivi dell’aria con metodi accreditati Accredia per la conta di Muffe e Lieviti, Carica mesofila.


    Monitoraggio ambientale da Contaminazione Particellare allo scopo di :


    • effettuare una misura tramite strumenti che permettono la conta di particelle da 0,3 0;5 5 micron ad ogni litro di aria aspirata, riuscendo a classificare una sala operatoria come classe ISO o GMP


    Monitoraggio ambientale da Gas Anestetici allo scopo di :


    • valutare l’esposizione media ponderata nel turno di lavoro ai gas per via inalatoria mediante la misura della concentrazione delle sostanze nell’aria dell’ambiente di lavoro (prelievi di lunga/media durata in corrispondenza possimetri: sevofluorano, desfluorano, protossido d’azoto e anidride carbonica con Gas Cromatografo portatile MICRO GC


    Per la valutazione dell’inquinamento del blocco operatorio, è opportuno effettuare campionamenti in:

    -sala operatoria (zona anestesia, zona operatoria, zona periferica della sala);

    -locali adiacenti e direttamente comunicanti (preparazione paziente, sterilizzazione, sala risveglio, ecc.)

    • identificare eventuali specifiche fonti di inquinamento a livello dei sistemi valvolari, degli evaporatori, dei raccordi di bombole, delle prese per il protossido di azoto , del pallone respiratorio, del punto di uscita dei gas espirati (misure istantanee in prossimità delle apparecchiature di anestesia lungo l’intero circuito respiratorio).

    • Para

    Monitoraggio dell’impianto di immissione ed estrazione, pressione differenziale e ricambi ora allo scopo di:

    valutare la corretta efficienza dell’impianto di ventilazione a contaminazione controllata, calcolando il numero di ricambi ora previsti dalle norme o dalle linee guida, con valutazione della presenza di pressione differenziale tra 2 ambienti ( zona sporco/zona pulito).


    Monitoraggio ambientale da formaldeide:

    Con l’applicazione del regolamento europeo Reg. UE 895/2014 recante modifica all’Allegato XIV del Reg. CE N. 1907/2006, più noto come REACH, e l’applicazione della nuova classificazione del regolamento CLP (Reg. Ce 1292/2008), la formaldeide è identificata con categoria di pericolo Carc. 1B (può provocare il cancro, H350). Inoltre, a partire dal 1 gennaio 2016 la valutazione del rischio da formaldeide è da effettuarsi in accordo al D.Lgs. 81/08, Titolo IX, Capo II (Protezione da agenti cancerogeni e mutageni).

    A fronte di questo contesto normativo esistente e dei dati di salute occupazionale disponibili, la Regione Lombardia ha ritenuto opportuno fornire la propria regione, e ad arricchire la documentazione esistente relativa a tale gestione, della “Linea guida regionale sulla stima e gestione del rischio da esposizione a formaldeide: razionalizzazione del problema e proposta operativa”.

    Detto documento trattando la valutazione del rischio da formaldeide e la sua gestione, si propone di essere un valido strumento a supporto del personale tecnico di settore, individuando:

    1) i ruoli e le azioni da intraprendere al fine di contenere ed, ove possibile, eliminare l’esposizione professionale,

    2) i settori lavorativi maggiormente esposti,

    3) le modalità di campionamento e analisi in ambienti indoor oltre che i riferimenti normativi di soglia previsti dai diversi Enti internazionali riconosciuti.


    L’ACGIH, con la pubblicazione dell’aggiornamento 2017 dei TLV (Threshold Limit Value – valori limite di esposizione professionale) e dei BEI (Biological Exposure Index – indici di esposizione biologica), ha introdotto un valore limite TLV-TWA per la formaldeide, per la quale era disponibile solo il valore limite TLV-STEL, fissato a 0,37 mg/m3. Il TLV-TWA per la formaldeide secondo ACGIH, è fissato a 0,12 mg/m3.


    Monitoraggio ambientale di temperatura, umidità, velocità dell’aria allo scopo di:


    Tra i rischi fisici in sala operatoria, per gli operatori e per gli utenti, grande rilevanza rivestono le condizioni termo igrometriche ed il grado di comfort termico ambientale. L’esposizione professionale ad alterate condizioni microclimatiche deve essere attentamente valutata anche ai sensi di quanto previsto dal combinato disposto degli articoli 180 e 181 del D.lgs. 81/08 e succ. mod., al fine del rispetto dei limiti stabiliti da eventuali normative tecniche vigenti e/o consigliati dai competenti organismi, nazionali ed internazionali ad esempio secondo quanto previsto dalla norma UNI EN ISO 7730:2006.

    È requisito di qualità che le condizioni microclimatiche soddisfino oltre che le esigenze degli operatori anche le esigenze degli utenti.

    A tal fine si procede alla valutazione e alla verifica periodica dei parametri ambientali microclimatici al minimo ogni 6 mesi, o con periodicità più ravvicinata qualora siano stati eseguiti interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria o a rottura dell’impianto tali da alterarne i requisiti prestazionali, o nelle situazioni in cui si raccolgono indicazioni di disagio termico da parte degli operatori della struttura.

  • Monitoraggio ospedaliero

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